Un partner esperto può accelerare questo lavoro grazie a un ricco bagaglio di progetti di hybrid cloud. Per esempio, Accenture dispone di una vasta collezione di architetture, progetti tecnici e script di automazione/configurazione che possono avviare il processo di mappatura dei workload su ciascuna landing zone.
3. Creare un Continuum Control Plane
Una volta identificate le landing zones e pianificata l'architettura più adatta, è necessario trovare un modo per gestire l’esperienza multi-cloud ibrida. Ciascun ambiente è dotato di un proprio set di strumenti, ma cercare di utilizzarli tutti insieme rende difficile il controllo dei costi e delle performance. Accenture propone invece un Continuum Control Plane in grado di gestire un set completo di landing zones e altro ancora su più provider di private e public cloud. Questa soluzione consente a sviluppatori e operatori di automatizzare attività e workflow comuni, su larga scala, in qualsiasi luogo, riunendo nuovi processi e strumenti. Aiuta inoltre le organizzazioni a far crescere una cultura di agilità e innovazione continua, soddisfacendo al contempo le esigenze di stabilità operativa e finanziaria.
4. Disegnare una roadmap efficace
A questo punto occorre decidere come organizzare la migrazione alle landing zones ottimizzate. In alcuni casi sarà necessario spostarsi in più fasi nel lungo periodo per mantenere la business continuity; in altri occorrerà spostare le applicazioni in gruppi, per esempio, quando un processo coinvolge tre applicazioni diverse. Potrebbe essere più conveniente ripensare alcuni processi aziendali, piuttosto che personalizzare una soluzione in modo che vada bene per tutti. Lungo il percorso, occorre sempre tenere in considerazione il modello operativo. Come configurare e integrare la sicurezza nel processo di sviluppo e nella transizione? L’azienda dispone delle persone (e delle competenze) di cui ha bisogno? Come costruire i team di gestione full-stack? Questi sono solo alcuni degli aspetti su cui riflettere.
5. L'innovazione non finisce mai
Così come il business non rimane immobile, allo stesso modo non dovrebbe farlo l’organizzazione IT. Una volta che le aziende hanno raggiunto il proprio target state, lo stato che si erano prefissate, possono continuare a sfruttare le innovazioni di più provider di private e public cloud. Ciò significa riprogettare le infrastrutture per adattarle ai nuovi obiettivi e alle nuove tecnologie. Un "target state" non è definito da uno stack tecnologico, bensì dalla resilienza dei processi e dall'adattabilità delle persone all’evoluzione costante all'interno del Cloud Continuum. Con un Continuum Control Plane sarà possibile costruire una solida base per questa evoluzione, senza dover ricominciare da zero ogni volta che si rende disponibile un nuovo servizio cloud.